Storie e curiosità

Se i quadri potessero sorridere

Monna Lisa di Leonardo DaVinci

Se vi è mai capitato di passeggiare lungo una galleria d’arte con una consistente collezione di dipinti magari vi sarete accorti che nei dipinti antichi raramente si sorride. Ovviamente non era perché le persone raffigurate portassero l’apparecchio e avessero bisogno di accettare la cosa (per chi fosse in questa situazione può comunque cliccare qui).

Molti pensano che proprio come oggi ci stanchiamo a posare a lungo con un sorriso nei pochi secondi utili a scattare un selfie decente, figurarsi quanto fosse complesso all’epoca restarsene seduti a sorridere mentre un pittore delineava con calma e attenzione la figura sul foglio. In verità, la spiegazione è un’altra.

“Se un sorriso è raro a vedersi – prosegue il critico d’arte Luca Cantore D’Amore – è perché l’arte esclude le imperfezioni e idealizza l’essere umano”

Nel passato i denti erano considerata un’imperfezione (anche perché allora l’igiene orale non si sapeva neppure cosa fosse).

Mostrare i denti, o semplicemente sorridere, era un atto plebeo: e la Monna Lisa allora?

La verità è che il sapiente uso del sorriso nell’arte è opera di pochi artisti geniali, che sono andati oltre i paletti imposti dalla società, dalle correnti artistiche, dalle credenze popolari, perché si sono resi conto per primi della bellezza e dell’armonia di un sorriso.

Marilyn Monroe di Andy Warhol

Marilyn Monroe di Andy Warhol

É l’emblema della pop art, un quadro che voleva segnare un limite alla fantasia di creare cose completamente nuove, ma che apriva le porte alla creazione di novità basate sulla rielaborazione.

Questo è il sorriso che prima ha rivoluzionato Hollywood e in seguito tutto il mondo dell’arte

An Italian Beauty di Tito Conti. Circa 1880

An Italian Beauty di Tito Conti

Tito Conti è stato un pittore dell’800 che amava il sorriso delle donne. La maggior parte delle sue opere raffigurano sorrisi rubati, sorrisi sinceri, sorrisi forzati. È stato letteralmente il pittore del sorriso.

Così ossessionato dai sorrisi che spesso i suoi sfondi risultano spogli e i suoi soggetti presentano caratteristiche banali, così che, nonostante il talento, è rimasto un pittore sconosciuto a molti.

Falstaff di Eduard von Grützner

Falstaff di Eduard von grutzner

Eduard von Grützner era un pittore ben conosciuto per l’amore per la birra e per il teatro. La sua più celebre opera è il dipinto del Falstaff, personaggio shakespeariano di Enrico IV, Le allegre comari di Windsor e annuncia la morte del protagonista in Enrico V.

È un personaggio comico, un giullare amante del cibo, delle donne e dell’alcool (un po’ come il pittore).

Giuditta di Gustav Klimt, 1901, olio su tela, 84 x 42 cm. Vienna, Belvedere e Museum

Giuditta di Klimt

Giuditta è un soggetto biblico, una eroina che decapitò il generale Oloferne liberando gli israeliti dall’assedio dell’esercito nemico. Una donna forte, una provocatrice dallo sguardo lascivo. La donna guarda con decisione di fronte a sé, verso l’osservatore, con un’espressione di sfida.

È un sorriso che non lascia scampo, ne soccombe per primo il generale sconfitto rappresentato in basso.

La ragazza col turbante di Jan Vermeer

La ragazza col turbante di Jan Vermeer

La Ragazza col turbante, anche conosciuta come Ragazza con l’orecchino di perla è un dipinto olio su tela di Jan Vermeer.

L’artista catturò con viva immediatezza l’espressione sfuggente, carica di un’innocente languidezza della ragazza. Un abbozzato sorriso assolutamente realistico.

Chiamata anche la Monna Lisa Olandese.

Il quadro oggi è famoso grazie ad un libro e un film a lui dedicati.

Ritratto di gentildonna detto La Schiava turca di Francesco Mazzola, detto Il Parmigianino

Ritratto di gentildonna detto La Schiava turca di Francesco Mazzola, detto Il Parmigianino

Un sorriso fanciullesco che fa riconoscere nella Schiava turca lo stesso volto del putto di Amore che fabbrica l’arco e che con le sue smorfie ammiccanti ci rende complici del suo travestimento nelle fattezze di una giovane donna. Questa figura ci impone il suo vero significato che è quello di porre la Bellezza quale valore assoluto e cognitivo, la cui ricerca è ottenuta solo con l’eliminazione di tutti gli altri valori possibili, storici, etici, religiosi, attraverso un processo estremo di sublimazione dei propri mezzi formali.

Insomma, per l’autore questa donna misteriosa sorride e tutto il resto sfuma, diventa secondario e poco importante.

Monna Lisa di Leonardo DaVinci

Monna Lisa di Leonardo DaVinci

Come poteva mancare il più famoso quadro del mondo? Per non parlare del sorriso più misterioso del mondo! Ancora oggi gli scienziati si chiedono cosa possa nascondere e le analisi con i mezzi e le teorie più disparate proseguono. Ma vi siete mai chiesti perché un singolo quadro ha suscitato così tante voci e teorie?

Nessun’altra opera ha ad oggi il suo potere di unire e di dividere, di suscitare entusiasmo e irritazione in pari misura.

Si narra che tutti gli artisti che videro la tela, anche prima che fosse ultimata, ne rimasero completamente affascinati. Raffaello rimase così colpito da influenzare il suo intero approccio alla ritrattistica: le immagini dei suoi soggetti femminili sembrano infatti essere una devota riverenza al modello leonardesco.